Le nuove imprese innovative italiane sono tante, ma rimangono piccole. Sono 6.745, il 122% in più rispetto al 2014, ma solo 300 fatturano più di 500mila euro. Sono i nuovi dati del Ministero dello Sviluppo Economico su start-up e piccole e medie imprese (pmi) innovative, presentati al Luiss Enlabs di Roma.
A livello di distribuzione geografica, oltre la metà delle start-up italiane sono al Nord: il 30,7% al Nord-ovest e il 24,9% al Nord-est. Seguono il Sud col 23,1% e il Centro Italia al 21,4%. La Lombardia, davanti a Emilia Romagna e Lazio, e Milano, seguita da Roma e Torino, guidano la classifica di regioni e città. Bene anche l’occupazione, cresciuta del 44,8% in un anno. Sono 25.622 i soci dell’universo start-up e 9.169 (tre e mezzo a impresa) i dipendenti. Fra l’altro il 44,5% delle start-up ha almeno un socio donna mentre c’è un under 35 fra i soci nel 38,2% dei casi.
A comporre la società sono principalmente (67%) persone fisiche, anche se il 31% delle startup ha una persona giuridica come socio. In totale sono 3.723 le persone giuridiche a partecipare ad una società di questo tipo, il 14% di tutti i soci. Dati che a livello generale si traducono in 118 milioni di euro in partecipazioni di persone fisiche (media di 7.600 euro) e 171 milioni per quanto riguarda le persone giuridiche (31.700 a testa).
Ma il dato più preoccupante è quello del fatturato: infatti meno di 300 startup fatturano più di 500mila euro, ma la media è di 30mila euro di fatturato all’anno per startup. Inoltre, solo il 42,8% delle start-up è in utile. Insomma, tante realtà ma piccole, che sembrano rispecchiare la vecchia tradizione italiana del “piccolo è bello”, con tutti i rischi connessi.
fonte larancia.org